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sabato 15 settembre 2018

… alla immensità dell’essere che sogna.










… alla immensità dell’essere che sogna.

Procrastinare il tempo della resa
fra sguardi che scrutano il mio umore
e il tempo fuori che dicono influisce
anche sulla specie umana
non è un dolore che m ammorbidisce
un modo di sentirmi voluto bene
più di quello che merito che voglio.

Se non arrivasse mai sarei eterno
e più del tempo in cui trovo il mio
che mi cambia di giorno in giorno
assieme alle cose che mi piace di fare
che sento connaturate al mio sentire.
se non arrivasse mai sarebbe un proseguire
dove intendo per essere cosciente

del non sapere che si approssima
al sentire di una smisurata eternità
che anche se non mi è lecito capire
non finirà mai più nel divenire
delle regole del gioco che ogni fuoco
vuol che si consumi a poco a poco
o tutto a un tratto col fragor di un botto.

Semplicemente mi sento a un precipizio
prossimo dove approntar le ali
per lo sfizio di volare fino al mare
e poi negli abissi come il pece più grande
che resiste ai fondali più recessi
provando la vertigine che porta
alla immensità dell’essere che sogna.

Gioacchino Ruocco
13.09.018   Ostia Lido

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