Per
sopravvivere 
nella
tua pazienza 
nella
tua clemenza di uno sguardo umano 
mi
accomodo
e ti
tendo la mia mano
nel
delirio della natura intorno.
Guardandoti
ho imparato
il
sapore delle voglie
e dei
germogli appena svegli.
Immensa
creatura, 
quando
risorgi 
sei
simile a una dea 
e i tuoi
occhi 
che
danno luce e gioia nel guardarti 
assolvono
l'ardente mia preghiera
di
sconfiggere la noia
appena
sorpassata sull'area di sosta,  nell'emiciclo
dove riposo a volte 
senza
sperare di trovarti a un passo.
Possa il
tuo sguardo assolvermi  
per
mendicare almeno un tuo sospiro 
sul mio
canuto essere oggigiorno. 
RG
Ostia
Lido   20/04/2015
Inseita
nella raccolta “Black hole”
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