Presto non saremo più niente
o soltanto polvere
da impastare a i nostri ricordi
nelle volute delle case
negli angoli più ottusi del paesaggio
come qualunque altra polvere
che essi accolgono
nel turbinare del vento.
Quando mi arriverà alle narici
starnutirò pensieri di misericordia
o attimi di smarrimento,
capogiri per il forte evento
che turba l’equilibrio
rendendomi instabile e perplesso ?
Se fosse la tua
come farei a saperlo
per non espellerla
in un siffatto orgasmo ?
Ne gira tanta
senza più umori
che morir non è più un perdono,
una perdita,
il conseguimento di un dolore,
una sottrazione amara
perché di amor si muore
ancora e sempre.
La polvere di oggi
è antica quanto quella di un tempo,
forse soltanto disuguale
per chi ancora spera
di ritrovarti un giorno.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 27/05/2015
Inserita nella raccolta “Secondi e contorni”