I mostri di paglia
hanno vita breve
mentre le tele vuote
raccontano momenti
di stanchezza,
immagini che ancora
non hanno una parvenza,
un’assenza di idea
che dura
da una eternità,
da quando tutto
è stato già creato,
nell’istante che il gesto
disse: - Sia.
Ti guardo e ricompongo
mille volte
l’immagine tua
che va facendo capriole
nel divenire dei giorni,
nel mio pensiero
che dai fantasmi
arriva fino a ieri
quando son rimasto solo
a ricordarmi
che non sentivi d’amarmi
ormai sconfitto
nella valle d’Anghiari,
o lungo il torrente 
come Palmina al sasso.
Approssimo al momento 
del risveglio 
la mia vaghezza
quando stupito
mi accorsi appena
della meraviglia
del creato,
di quello ch’eri
e non il corpo acerbo
appena disegnato.
Gioacchino Ruocco
Inserita nella raccolta "Secondi e contorni"
Ostia Lido                  10/06/2015

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