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sabato 10 gennaio 2015

Ho provato a chiamarlo…



Ho provato a chiamarlo.
Era già morto.
Forse una pallottola vagante,
forse una più inquietante,
sparata
per cogliere il bersaglio
nel mirino del cecchino
già da giorni.
La paura c’era.
Non c’è una sera
Che non ho paura
Di attraversare la strada
sotto casa
dove l’ombra s’addensa
ed è senza pudore,
senz’amore
per l’umanità.
Avere torto
non è una ragione,
ma contro chi ?
Chi non ti perdona
i suoi misfatti
e arriva sotto casa a martoriarti ?
Ma quale Dio ?
E il colpo arriva
abbreviando il tempo dell’amore,
delle speranze
che il cuore coltiva.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido                10/01/2015

Inserita nella raccolta “Forever…”

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