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giovedì 10 dicembre 2015

Alle origini del tempo



Quando ti parlo
incredula mi guardi
come se tornassi
da una guerra opaca
da un odissea
che già ti ho raccontata
tornando
dal mio solito lavoro.
O non rassomiglio più a me stesso
oppure sempre più stanco
divento opaco
nel mio parlare
anche se attraverso il mare
o le colline
che riposano infame
sulla strada
che mi dà vertigini di morte
per arrivare a valle
sul confine
della nostra casa.
Riposo
in un letto di spine
che mi affastella rimpianti
sconosciuti
buttati via
con l’altro materasso
appena un lasso di tempo
addietro.
Oltre il vetro
il giorno che s’appressa
appena è l’alba
con la grama condensa
che lascia sulla strada
a insidiare le frenate.
Matusalemme

aspetta ancora
all’angolo da un’ora
della mia pazienza
che ho dimenticato
il freno a mano
nel rigurgito di sonno
che mi ha preso
disteso sul sedile in apnea.

Gioacchino Ruocco
Ostia lido                   2015/12/11


Inserita nella raccolta “Alle origini del tempo”

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