Ne ho dette tante
quand’ero bambino
ogni mattino
che mi alzavo dal letto
dove sognavo la notte
quel giorno in più
che mi si apriva dinanzi
come un dispetto
dopo essere stato
risparmiato
dalle bombe e la guerra
arrivata davanti alla casa
che mi affogava nel pianto.
che mi affogava nel pianto.
Una di quelle mattine
ho scoperto le zucche
e ne ho fatte di barche
per andare
dall’inizio del solco
al suo fondo
sotto le foglie, al riparo,
di un’altra zucca.
Mia nonna rideva !
Il gioco le piaceva
perché restavo
senza domande.
Erano tante quel che facevo
e cercava di dirmi la verità
quella che lei sapeva.
Stava a guardarmi con occhi
che scrutavano il cielo
cercando di chiarire
il mistero che avvolgeva
la nostra esistenza.
Altre bombe ?
Altre notti passate a tremare
col cuore che invece
provava a sognare
un giorno di pace ?
Eravamo tutti incapaci
di conoscere il nostro futuro
come i miei sogni
tra i muri
che circondavano le nostre case
ancora atterrite
dal fragor delle bombe
ogni notte e la terra
che aveva più buchi
che solchi per farci per pensare
a un domani diverso.
Gioacchino Ruocco
09.010.016 Ostia lido
Nessun commento:
Posta un commento