Glossa è la
tua voce
che ha
qualcosa da dirmi,
ma non si fa
comprendere
nel tono e
negli accenti,
roca di chi ha
fumato
mille
sigarette.
Parole oscure,
disusate ai
più
e quelle nuove
uno slang di
acronimi
per dirmi come
bestemmie
i tuoi
accidenti.
Ormai le
lingue miste
sono una pasta
che molti
usano.
Io da afono
abuso
dei miei gesti
come i miei fratelli
sordi e muti.
Desueto il mio
amore
che continua a
far rime con cuore,
che cerca
di sfuggire al
dolore
che arriva da
più parti.
Gli arti
indolenziti
stanno
diventando astratti
anche se
attratti da te
e ti toccano
con gli occhi
e con le
labbra
che mimano i
gesti
del mio cuore.
Gioacchino
Ruocco
08.10.016 Ostia Lido
Inserita nella
raccolta “Alzaimer”
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