Dalla mia tristezza
che, come una mania, mi affligge,*
quando mi prende, son trascinato
oltre
il mio sentire che ti ama ancora
cercando di capire perché mi dura
nel cuore tanta passione
che in te è a giorni
a volte tempestosi
e a volte mi riposi affianco
piena di ragioni
per farti amare ognora.
Sapessi il mio mistero e il tuo!
Trovassi un passo che mi porti
dove
il panorama prende altre sembianze!
Il disavanzo forse sarebbe chiaro
e le ragioni pure
mentre riprendo il mio cammin
sicuro
ritornando a valle.
La città, da come è fatta,
mi porta a casa dove sono nato.
Passandovi vicino sono attratto
dai sapori immacolati
della fanciullezza.
Davanti alla nostra sento un’ebbrezza
che non è peccato.
Sento il mio cuore battere col tuo
forte, vivo come un matto,
perpetuamente tuo
nelle fattezze di un sentimento
che non è mai distratto
da altro udire
che nell’ascoltar mi danno solo
gioia.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 18/06/016
·
Dalla lettera di
Michelangelo Buonarroti a Sebastiano del Piombo.
Firenze, maggio 1525.
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