Ti scivola addosso
ogni mio pensiero
come quello
del forestiero che passa
e non c’è ragione
per ricordarlo,
come quello di ieri
che ti cercava
per accantonare
le ombre e i dissapori
degli ultimi temporali,
per stanare dalle ombre
quelli umorali
che portano via
tanto tempo
e tanto amore
condendolo
di un sapore amaro.
Il pianto
che affiora
nelle tue parole
non rende facili
le mie,
non danno gloria
ai palpiti del cuore
che ti vedono persa
e disorientata.
Nell’ora tarda della sera
la chimera che cerchi
non è quella più
del tuo passato
che appena appena
le rassomiglia.
Non sei la figlia,
tu sei la madre
dei tuoi capricci,
gli spiccioli
di una eternità
che non teme rivali.
Quella che va via
non è la nostalgia
che ti fa viva,
ma il rimpianto
di un pianto
che non porta frutti.
Quello che vive
si nutre
di propositi,
di germi
che hanno
nella pazienza del tempo
il loro rinnovo,
anche se l’uovo
è un’idea antica
e la gallina
gongola nel farlo.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 17.06.016
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