L’elenco dei morti
è
una lunga sequela di pianto,
di
disperazioni,
di
un popolo affranto
dalla
malattia endemica del terremoto.
In
cima ad un monte
per
sfuggire agli assedi
andrà
poi a finire
che
sarà impossibile
sconfiggere
il nemico
che
da sempre ci angoscia.
Ogni
volta che la terra trema
mi
ricorda le fughe
nella
notte senza luna
in
cerca di un riparo
da
dove non siamo più scesi.
Quanti
ne sono passati
per
toglierci qualcosa,
portarci
via il nostro mondo,
la
nostra gloria,
la
nostra vicinanza a Dio
nell’infinito
del cielo.
E
noi fermi,
sicuri
che lontani nel cielo
il
tempo che cambia ogni giorno
maturi la libertà di coscienza.
Oggi
appena sconfitti
sentiamo
l’ardore più forte
un
richiamo che non pensa alla morte
ma
derelitta
aspetta
la riconquista
del
suo bene,
dell’aria
che non deve niente a nessuno,
del
bene ch’è un male
che
tiene lontano dagli altri
di
cui non neghiamo il bisogno,
del
bisogno
che
è maturato in un sogno
che
tutti ambiscono
ma
che chiede il silenzio, il perdono
e
il dono di essere forti.
La
nostra discesa
prevede
ancora l’ascesa,
la
ripresa dei nostri pensieri
che
da sempre, da ieri
abbiamo
raccolto
nel
nostro rosario
che
ognuno racconta a sé stesso
per
il proprio destino.
Gioacchino
Ruocco
Ostia
Lido 08.09.016
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