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giovedì 1 settembre 2016

Ora non oso …




Per vivere da estraneo come chiedi
non basta uscir di casa,
ma castrarsi l’anima,
tagliarsi le mani per non accarezzare,
nei pensieri, la tua ombra
che ogni tanto passa
nel sabato che viene di villaggio in villaggio
col cuore che si appresta al dì di festa,
al rimpianto di non averti lasciata prima
cambiando borgo, modificando rime
e parole sotto al balcone
al cinguettio dei passeri la sera.
La mancata conoscenza
non è l’assenza della vita,
della rincorsa infinita.
Forse il sonnolento andare
da un gioco all’altro
senza troppi dilemmi per finire
a quello della tolleranza
che tutto appiattisce.
Ora non oso rompere i confini.
Tu nel tuo borgo io nel mio cortile
chiedendo alle parole un altro suono,
il bisbigliare di un ritornello
sentito anni addietro
per andarmene con lui nella dipartita
che non trova ambizioni
ma tiepidi consensi
che danno alla pazzia l’aspetto
di un sogno in terra straniera.

                                                               Gioacchino Ruocco

                                                               01.09.016            Ostia Lido

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