Se non fosse per le tue lettere
che leggo e rileggo
per capire il senso
della tua ritrosia
continuerei ad essere
la persona disincantata
che hai conosciuta
andando in chiesa
per l’avemaria.
Mi scrivi e mi racconti
quello che ogni giorno fai
come se non avessi bisogno
della tua fisicità.
Sorrido nell’immagine
e mi chiedo
quando dureranno ancora
i tuoi messaggi.
Sei un caro amico,
ma non hai il coraggio
dell’uomo ch’io voglio.
Stai diventando
sbiadito come i fogli
che rileggo
per convincermi senza rimpianti
di quello che ti ho scritto
l’unica volta che ti ho risposto.
Sembri un derelitto
che si compiange e cerca
la strada del mio cuore
solo a parole.
Che Dio ti benedica
se il sole di queste parti
non ti torna a genio.
I colori vibrano nell’aria
e stordiscono
specialmente all’imbrunire.
Non so come faresti senza bruma,
senza il tuo boccale di birra,
la sua schiuma.
Il vino ha un altro odore,
di serenate e parole di fuoco
come il vulcano alle mie spalle
che dentro brucia
ma mi fa da spalla
facendomi impazzire il meno
peggio
quando il mio grembo
è pronto ad accogliere
il sospirato amore.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 22.07.016
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