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giovedì 21 luglio 2016

l’unica volta…





Se non fosse per le tue lettere
che leggo e rileggo
per capire il senso
della tua ritrosia
continuerei ad essere
la persona disincantata
che hai conosciuta
andando in chiesa
per l’avemaria.
Mi scrivi e mi racconti
quello che ogni giorno fai
come se non avessi bisogno
della tua fisicità.

Sorrido nell’immagine
e mi chiedo
quando dureranno ancora
i tuoi messaggi.
Sei un caro amico,
ma non hai il coraggio
dell’uomo  ch’io voglio.
Stai diventando
sbiadito come i fogli
che rileggo
per convincermi senza rimpianti
di quello che ti ho scritto
l’unica volta che ti ho risposto.
Sembri un derelitto
che si compiange e cerca
la strada del mio cuore
solo a parole.

Che Dio ti benedica
se il sole di queste parti
non ti torna a genio.
I colori vibrano  nell’aria
e stordiscono
specialmente all’imbrunire.
Non so come faresti senza bruma,
senza il tuo boccale di birra,
la sua schiuma.
Il vino ha un altro odore,
di serenate e parole di fuoco
come il vulcano alle mie spalle
che dentro brucia
ma mi fa da spalla
facendomi impazzire il meno peggio
quando il mio grembo
è pronto ad accogliere
il sospirato amore.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido                 22.07.016

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