Con le lacrime agli occhi
perché sei passata dall’amore
all’odio
come una freccia rossa
senza fermate intermedie,
senza darmi il tempo
di capirci qualcosa.
Non si può odiare
istintivamente,
ma non voglio mettere regole nel
farlo,
ma l’antologia d’improperi
di cui prendo atto
sembra più un gatto
preso dalla pazzia
per aver mangiato
un topo avvelenato.
Il rosso scarlatto del tramonto
mi ha seppellito
sotto ad un cipresso
che da San Guido a Bolgherii
in duplice filar
mi portan per la mano al
creatore.
Esagerato ?
Passar dall’estasi al pianto
non è poi viceversa.
Per te che sei conversa
è prendere il cielo
pur restando a terra
ma la mia ombra che gira di
soppiatto
non trova più un attimo di pace,
incapace di sovvertire il mondo,
di stare li a guardare
l’asin bigio che rosicchiando un
cardo
non degnò di un guardo
il treno che passava,
neppure il pensiero di salirci a
volo.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 21.07.016
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