Da ragazzo andavo giù per Borgo
Naviglio
per i parapiglia tra le trincee
di sabbia
a sprecare le forze come fanno i
ragazzi.
Eravamo ribelli come il tempo di
allora
con i mezzi che esso forniva
gridando, strillando, imprecando
contro ogni cosa che impediva di
fare
con voce giuliva o gli spasmi di
noi come pazzi.
Non facevamo certamente
politica,
ma tremavo ad ogni passo fuori
di casa
per il tempo che andava compiendosi
con gli echi
che mi arrivavano,
per il fiume che ogni anno faceva
altri passi
pervenendo alle sponde più forti
dove poteva
appoggiarsi per sfogare la propria natura.
Vivevo già allora scrivendo,
trascrivendo le gioie e i dolori
della vita
che intorno scorreva a volte con
animo quieto
e a volte tornando indietro per rifare
i conti rifiorendo le rive
disfatte
o le vite perdute con altre
nascenti.
Gioacchino Ruocco
Ostia lido 09.04.016
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