Sto guadagnando ancora con fatica
il mio tepore affianco al corpo tuo.
Il giorno si dilata e mi sconfina
oltre la strada che mi chiede di fare
quello che ho da fare fino in fondo,
una giornata che mi sembra lunga
più del necessario,
che ha rischiato di perdermi ogni tanto
se non fosse stato
per il santo che mi porto dentro.
Per distrarmi mia accomuno agli uccelli,
ai poeti per conservare alle parole il mio candore,
per non annoiarti con le mie pene,
per venirti a cercare nel bene che ti voglio
per durare in eterno nel terno che non ho mai vinto.
E tu che fai ? Mi interroghi negli occhi
per scoprire dove si annidano la mia pazzia,
la mie fragilità, le mie passioni,
la forza che mi trascina in volo sognando
l’impossibile sentiero che mi stacca dalla terra.
La guerra, ormai lontana, ha perso i connotati,
i suoi ricordi che non fanno un tarlo per far impazzire
le giornate vissute come memorie di vita andata
come è andata lasciando le rovine ancora in piedi
senza quelle ombre che davano paura.
La notte sarebbe più tiepida se mi tirassi a te
e nella bocca un bacio a respirar lo stesso pensiero.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 07/02/2016
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