Se obietti
per screpolare il tempo
della misericordia di dio
abbi pietà di me
della mia infinita pazienza
senza rovinare
l’eccellenza del mio sogno
appeso a maturare
al chiodo della mia impertinenza.
Vivere senza timore
è il mio peccato
nel bagliore del cielo
che fa giorno
e chiaro intorno
per non inciampare
nell’indecenza
di chi mi vuole male
come un morto resuscitato,
come lazzaro
ancora imbacuccato.
La mia forza
mi arriva dai peccati
di ogni giorno
che vogliono intorno a me
la pazienza del creato,
il cinguettio dei passeri nell’aria,
la vergine idea di amare,
il sentimento dolce
del pane profumato
di forno fresco.
Tenderly è il mio peccato
sinceramente preso dal sorriso
che scorgo sul tuo viso
di nuvola primaverile
che corre nel cielo
a respirare il vento
che pensa di giocare
con il tempo
improvvisando pensieri
che rendono più vero
l’amore che ti ride negli occhi
oggi ch’è primavera.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 20.02.016
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