Se per restare a galla
mi attacco al tuo respiro
non avertene a male
in fondo io ti ammiro.
Spacchi il capello in quattro
e passi in una cruna
cinquanta volte al giorno
e forse un po’ di più.
Se dici che sei stanca
per me sei il verbo essere
che da tutto ti affranca
senza che devi tessere
la tela di Penelope.
Ormai Ulisse è a Itaca
che suona la zampogna.
in mezzo alla campagna
e il tempo lo rampogna
per quanto è stato fuori
anche s’è diventato
forse il più grande eroe.
Telemaco sospira
Non sa a chi dare i resti,
se partirà ed i regesti
ne prenderanno atto.
La convivenza ormai
È diventata inutile
Ognuno la racconta
Per dire all’altro
Quanto ha patito
Mentre basterebbe un dito
per chiedere silenzio
e abbracciare l’altro
e avere un po’ d’affetto.
Se son rimasto su
Son stato soltant’io
E non sei stata tu
Ad aggrapparmi a te
Mentre tu non capivi
E mi spingevi giù
Per essere più libera da me.
Ostia Lido, 06/08/2012
Inserita nella raccolta “Odi e odii”
Prima edizione. 2012 – poesia 2
Autore : Gioacchino Ruocco
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