Maria Vittoria Barrella |
Con le spalle al muro
pronta non so a che cosa
mi arrendo al pensiero
di improvvisare
una perdita
di tempo,
di un amore eterno,
dell’intera vita
di un abbandono
catalogato
che dovrebbe restare
nel mio repertorio.
Sulla parete bianca
neppure l’ombra
della mia fatica:
s’arrampica il ragno
della mia follia
ma non può cadere
come vuole il fatto
appeso al filo
distratto dalla sua natura.
Creatura previdente
che dà alla gente,
allo spettatore
soltanto parte del suo dolore
e niente di quello che pensa
guardando i volti atterriti
nella loro incapienza.
Il mestiere
è il suo piacere d’essere
dell’essere
che rappresenta
e non recita
che la sua natura
estranea ed insicura
per chi non si cura
del suo peccato
di sopravvivenza.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 29.03.016
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