Sei ancora nel mio sangue
come una pena atroce
o il dolce del miele
che non sempre si accorda
ai miei pensieri
perché di dolce ha il fiele
delle piante prelevate.
Vorrei darti un bacio
ma non di prendertelo
mettendoti in un angolo
martellandoti di sguardi
desiderosi ma disfatti
dalle troppe rinunce
dei giorni avanti.
Prenderti per mano
e riportarti a letto
col desiderio dei primi giorni
ma nell’inverno di questi anni
è diventato quasi impossibile
farlo col desiderio affranto
che mi trovo addosso.
L’animo commosso
prova ad amarti ogni giorno
nella luce piena
del volerti ancora
e il tempo si commuove
al mio desiderio
che chiede più tempo e amore
per non cedere stordito all’incanto
del sospiro commosso da un ricordo,
dell’infinito volerti amare
e non sapere più come fare
per la stanchezza del giorno
che mi porta via come fosse finito
il mio tempo e il tuo.
Gioacchino Ruocco
Ostia lido 10.03.016
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