Dove hanno abbandonato il tuo
corpo
non è dato sapere.
Forse dove cresceranno ciuffi d’erba
nel deserto,
forse l’hanno confuso con altri
arbusti
dimenticati nella foresta delle
piante alte.
Se sentirò il profumo delle
ginestre
cambiare tono mi nascerà dentro il
sospetto
che è il tuo cuore che vibra
ancora
all’unisono con il mondo
nella radura intorno,
la tua voce non ancora fioca
della tua rivoluzione di giustizia
che non vuole perdersi
tra i sospiri del vento che gode
del suo essere.
Abbiamo attraversato l’universo
per trovare dove edificare il
nostro paradiso
e l’hanno demolito a calci e
spranghe,
come se fossero valanghe giù dai
monti.
Sento un richiamo a volte
che mi giunge dai dietro a i muri
alti come il cielo,
che sfiorano l’inferno
facendomi tremare di paura
oltre misura
che non so qual è.
Vado chiamando il nome tuo
senza risposte,
senza un volto che mi dia retta.
Tutti hanno fretta
di tornare a casa
ed io sottoterra ad aspettarti.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 10.03.016
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