Ognuno a modo suo
ed io a modo mio
ti dico il mio dolore
il mio tedio.
Vivo d’assedio in assedio
misurando il tempo e le parole.
Quando c’è il sole mi nascondo
e con le nuvole
riprendo il mio soffrire
vagabondo
sotto ogni latitudine.
I brividi portati dal vento
mi fanno ritornare
ad anni indietro
quando non c’era caldo
a sufficienza
per uscire di casa
e non morire
al primo refolo
che dai monti
arrivava a perdifiato.
Facendo i conti
son rimasto indietro
ancora a rosicare
contro voglia,
contro tutti quelli
che hanno sorpassato
il mio avvenire.
Mi pare di sentire,
ognuno a modo suo,
i trionfi di una vita
ed io a modo mio
il mio viatico
che ancora trova fiato
e argomenti
per argomentare
l’infelice esistenza
nel suo essere:
un fallimento
ben architettato,
il verso un po’ malato
dell’universo
nel suono che si perde
senza sapere dove
ha la sua fine.
Gioacchino Ruocco
Ostia lido 21.03.016
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